Possiamo farcela!

Era un tranquillo giorno d’estate, io e i miei cinque amici ci eravamo messi d’accordo che alle ore 2:30 ci saremmo incontrati a casa mia e che fino alle 6:00 di sera saremmo stati insieme, come facciamo spesso.
Avevo mangiato in modo veloce, avevo aiutato la mamma a sparecchiare i piatti sportchi dalla tavola ed infine ero andata nella mia stanza. Avevo guardato sul diario i compiti che mi restavano da fare per le vacanze estive. Per quel giorno avevo deciso di fare solo due esercizi di inglese, poi ero andata a prendere il libro, il quaderno e l’astuccio.
Mi ero seduta, poco doro avevo sentito una voce, chiara e distinta. Subito avevo chiesto con molta incertezza chi fosse, ma l’unica risposta che mi arrivava non era altro che: "Ciao: sono io, la tua amica, ehi sono qui!".
Avevo cominciato a spaventarmi… Allora, avevo provato a chiudere gli occhi, per tre volte, ma quando li avevo riaperti l'ultima volta avevo notato che sulla mia penna blu, i due piccoli occhi, da me disegnati, erano diventati reali e c’era anche una bocca grande e sorridente… che continuava a parlare e canticchiare in modo simpatico.
Non capivo cosa stava succedendo…poi avevo visto che la mia penna saltellava sulla punta e ogni cosa che toccava diventava viva. Solo se erano esseri già viventi, questo non succedeva. Trasformò per prima la gomma che aveva preso il nome di Bianchina (perché era bianca).
Ad un certo punto avevo sentito suonare il mio campanello e mi era tornato in mente l’appuntamento con i miei amici. Allora ero andata ad aprire la porta, ma lasciando incasinata la mia camera.
Dopo aver accolto i miei amici, li avevo portati in camera mia, facendogli vedere il disordine causato da Bianchina e dalla Penna. Ora però anche il letto, le mie bambole e tutti i peluches erano stati animati. Per esempio qualcuno ballava, c’era chi parlava e c’era chi giocava.
Dopo aver chiuso tutto: finestre, porte e armadi e aver raccomandato agli oggetti di stare buoni, noi cinque eravamo partiti per raggiungere l’abitazione del famoso mago Antonio, per ascoltare il suo parere.
Il mago Antonio ci aveva risposto che solo lui al mondo aveva l’antidoto per fermare questo ”gioco”, ma in cambio dovevamo portagli le mele più buone di tutto il bosco, poco distante. Noi avevamo accettato.
Avevamo preso il treno che ci aveva portato nel bosco, più in fretta possibile, sperando che a casa non stesse succedendo nulla di grave. Avevamo riempito i dieci sacchi portati con noi. Eravamo tornati dal mago, lui era molto felice e ci aveva dato il suo antidoto, che nel frattempo aveva perfezionato, come promesso. Eravamo tornati a casa e su tutto quel trambusto avevamo spruzzato l’antidoto, che funzionava alla perfezione.
A quel punto tutti insieme dovevamo mettere ogni cosa al suo posto e così avevamo fatto. Tutto era tornato in ordine e alla normalità. Erano arrivate le 6:00 e i miei amici dovevano tornare a casa loro, prima però mi avevano promesso di non dire niente a nessuno, mentre io avevo finito quell’esercizio che mi rimaneva…ancora con quell’atmosfera di timore!

Iris

Nessun commento:

Posta un commento